Una società spezzata, lacerata, composta da due mondi diversi che si temono e si odiano. Un gruppo di famiglie benpensanti sceglie l’isolamento nel cuore di una città con povertà e baracche ovunque. Mura alte, sistemi di sorveglianza sofisticati, villette a schiera, giardini curati, finestre decorate e tutto ciò che basta per una società ideale dove crescere i propri figli. E poi c’è l’assemblea, una sorta di oligarchia che veglia sul benessere della comunità. Una società ridotta in due blocchi da scelte e condizioni di vita differenti, l’una terrorizza l’altra e annienta ogni capacità di riflessione.

La Zona è il tranquillo mondo recintato che Rodrigo Plà rappresenta nel suo primo film presentato in Italia. Fuori dalla “Zona” criminalità, lo Stato, compresa la polizia, vive ed esercita le sue funzioni attraverso violenze e soprusi. Nessuno può fidarsi di nessuno e dunque si sceglie l’isolamento dorato. Ma c’è sempre un momento in cui avviene l’imprevisto e il mondo da cui siamo scappati torna a farci visita. Tre ragazzi che in una notte di pioggia riescono a eludere la sicurezza per tentare un furto in una villetta della Zona vengono scoperti. Due di loro saranno uccisi subito, il terzo diventa protagonista di una caccia all’uomo che lo vedrà linciato al termine del film. Non c’è da svelare alcun finale a sorpresa, la polizia è violenta e corrotta e le antiche ingiustizie dei miserabili riaffiorano in un sistema che maltratta chi non ha soldi per corrompere. Così la Zona e la sua comunità sono sconfitte. Tutti hanno scagliato il proprio odio su un ragazzino 15enne che aveva chiesto perdono e carcere. Inutile dire a quali metafore questo film possa rimandare, Rodrigo Plà vuole mostrarci il mondo cui tendiamo. I popoli della cui povertà siamo artefici devono starci lontani, da noi e dai nostri cari, i “mali” del mondo non devono riguardarci.

C’è una Zona nella vita di ognuno di noi probabilmente, ma ciò di cui possiamo essere sicuri è che prima o poi qualcosa ci costringerà a guardare cosa c’è fuori dal nostro villaggio umano.

Rodrigo Plá (Montevideo, 1968) ha studiato fotografia e video presso la Escuela Activa e, in seguito, sceneggiatura e regia al Centro de Capacitación Cinematográfica.
L’esordio alla regia avviene nel 1988 con il corto
Moira. Nel 1995 realizza Novia mía selezionato in vari festival e vincitore di alcuni premi. Un successo che si rinnova con El Ojo en la Nuca che viene selezionato nei maggiori festival internazionali come quello di Clermont-Ferrand e che ottiene una menzione speciale alla Muestra de Cine Mexicano di Guadalajara.

One Reply to “Venezia 64 – La Zona”

  1. gran bel film. E che strana impressione leggere stamattina la cronaca de Il messaggero, di ieri, “la città delle regole”, ovvero Roma messa in una prospettiva di grossolana contrapposizione tra commercianti e “buona governance”, e zingari, rumeni, centri sociali, cittadini italiani che sbagliano, ecc. Una spirale di paura e complesso d’inferiorità che, con in testa il mantra, evangelico, della normalizzazione, diventano ossessione di controllo (ergo assenza di libertà per gli uomini, e dunque di responsabilità) e disprezzo ed eliminazione fisica della diversità.
    Che groppo.

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