Mai provato tanto fastidio davanti uno schermo, neanche davanti alla Nobildonna e il Duca di Rohmer. Erano anni che non uscivo così incattivita da un cinema!

Un lavoro veramente antipatico, pretenzioso, una strana forma di proselitismo new age. Due ore e più di proiezione che non consiglierei al mio peggior nemico. Una tortura per chi è contrario alla religione come spiegazione di tutto e, soprattutto, alla finta spiritualità di moda tra i divi del jet set. Un film superficialmente spirituale. La sensazione è quella dell’ultimo Bill Viola, di cui ho scritto tempo fa, quel fastidioso incontro con la superiorità del guru all’americana che pretende di spiegare a noi comuni mortali il segreto della vita. Non una ricerca dunque ma un’affermazione impossibile.

Certo, certo, siamo tutti d’accordo: le scene di famiglia sono girate magistralmente, con dei movimenti di camera “da Dio”, la luce in cui si immergono i protagonisti è impeccabile. Gli attori, che dire, tutti bravissimi, nessuno escluso. Ok. Tutto questo però si perde senza la speranza di un recupero: la poesia delle scene di famiglia è falcidiata da intermezzi che ricordano la più ignobile Tv religiosa. Avete presenti quei programmi incredibili che troviamo facilmente sulle reti private gestite da confraternite più o meno credibili? Quella fiammella poi al centro dello schermo mentre siamo costretti — bloccati dalla voglia di sapere dove vuole arrivare — ad ascoltare una specie di preghiera persistente, ridondante, per tutto il film. Ommioddio! Una nenia snervante che acceca, che logora ogni mente non annebbiata dalle nuove credenze new age. Con questo non voglio accusare chi crede in forze o personaggi mitici di cui si cibano le religioni, ma credo fermamente che in un lavoro di regia così impeccabile non ce ne fosse alcun bisogno. A mio parere, il “segreto della vita” di cui si legge in altri testi dedicati al film, si poteva facilmente percepire, trovare e capire dai racconti dei personaggi, dalle loro vite. Si poteva scovare tra le immagini, tra gli sguardi di amore sincero che si scambiavano i membri di una famiglia qualsiasi, che cercava, a volte non riuscendoci, certo, di volersi bene. Ma forse il regista non era così convinto di questo e ha avuto il bisogno di sottolineare questo aspetto pseudo-spirituale?

E poi gli intermezzi di “superquark”, Dio mio no! E i due dinosauri in 3D, ma per favore! Durante le scene da documentario tipo “cazzinger” mi sono dovuta trattenere più volte dallo sbellicarmi dalle risate! Mi mancava tanto l’amico Crozza che spiegava il mistero della medusa che scappa da un esercito di pesci rossi cannibali! E come non pensare in quei momenti terribili a Vulvia “… ma solo su: Rieducational Channel!”. “Gli uomini passano ma ‘mbuto è per sempre!”.

Per finire, poi, dopo quasi due ore di tortura audio-visiva, un po’ di pubblicità di prodotti di bellezza. Gente che vaga sulla spiaggia, tutti rigorosamente bellissimi, giovani e vecchi tutti immersi in una luce alla Garnier de Paris.  Sì, proprio quella luce abbagliante che si usa per gli spot delle creme di bellezza antietà, quella luce tanto di moda che rende tutti più belli, buoni e bravi: “Perché io valgo!”, sottinteso: “Tu no! O comunque di meno”.

E questo gran finale un po’ alla Bill Viola degli ultimi anni, il santone del video che ci vuole tutti redenti nel bel mondo new age inventato apposta per chi non si accontenta! Un mondo tra il cattolicesimo, il buddismo, l’induismo, e poi lo zen, scusate, dove lo mettete? Perché, secondo lui, secondo Bill, basta un anno in Giappone per sbomballarci e farsi bello con le sue prediche da illuminato. E Malick, forse pensa di essere un guru anche lui? Uno più, uno meno!

Insomma, questo gran finale. Questo benedetto e attesissimo, finale, è santificato dalla preghierina conclusiva. E, dulcis in fundo, dall’entrata di una donna più soave delle altre, che non è di certo una qualsiasi: è la dea delle dee.

Ma la mia critica è un’altra. Come mai in questo bel posto sulla spiaggia sono tutti così bianchi? E uno brutto, anzi, meno bello? E un disabile? Loro non ci vanno in Paradiso in questo film? Io di certo in quel Paradiso non sarei la benvenuta. E di questo me ne compiaccio.

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