Torniamo ad occuparci di “Gaza – Sderot” in questi giorni drammaticamente al centro delle cronache internazionali per la ripresa della feroce eterna guerra israelo/palestinese. Convinti dell’importanza del progetto che aiuta sia a far conoscere tra loro due vicini così diversi e sconosciuti l’uno all’altra, sia a far conoscere a noi lontani una situazione così difficile da immaginare, vivere… Convinti, soprattutto, dell’importanza di continuare a tenere una finestra aperta che racconti quella realtà. Abbiamo lasciato l’équipe di Gaza e Sderot il 23 dicembre (giorno in cui è finita la messa in rete dei filmati ancora disponibili sul sito http://gaza-sderot.arte.tv/ ) che dopo alcune drammatiche comunicazioni dai territori ha mandato un invito a seguire il 20 gennaio alle 20.45 l’evento GAZA SOTTO LE BOMBE su http://www.arte.tv/fr/70.html. Invito che accogliamo e diffondiamo come ci è possibile. Verrà trasmesso il documentario Dentro Hamas di Rodrigo Vazguez seguito da un dibattito sui veri motivi del conflitto. A partire dalle 21.30 sarà anche possibile chattare con l’équipe di Gaza / Sderot rappresentata da Serge Gordey, produttore del progetto.
Lunedì scorso Yousef Atwa, produttore del progetto, ha lasciato sul sito una lettera che vorrei trascrivere per intero, senza aggiungere inutili commenti:
Cari tutti,
devo dirvi che è semplicemente impossibile descrivere ciò che sta succedendo a Gaza. Un grande massacro sta per accadere a Gaza.
Questi ultimi giorni ho cercato di raggiungere l’équipe ma non ci sono riuscito. Khalil, il regista, è a Rafah, fuori la città di Gaza, quanto a Abdel Rahman, il montatore, è al Nord e dopo che la guerra è cominciata, non sono riuscito a raggiungerlo. La mia famiglia ha lasciato la nostra casa giusto trenta minuti prima dell’inizio delle operazioni militari terrestri. Qui, le vie si svuotano intorno alle 3 – 4 di pomeriggio e Gaza assomiglia allora a una città fantasma. Oggi tutti gli sforzi di Ramattan sono consacrati a coprire gli avvenimenti, finché lo possiamo, anche se è pericoloso. Ma quando sentiamo tutto ciò che si racconta, sappiamo che il nostro dovere è mostrare come la gente di Gaza soffre per questa sporca guerra. Khalil, l’autista di ambulanze ha il cuore rotto (il suo collega è morto facendo il suo dovere, aiutando le persone). Madiha, la coltivatrice, lavora al Nord, vicino alla frontiera e non sappiamo cosa le succede, se sta bene o no. Come vi ho detto, nessuno può immaginare quello che sta per succedere qui. Che dio voglia che le cose si calmino perché è difficile da sopportare ancora.
Con i miei migliori sentimenti
Yousef Atwa – Producteur – Gaza Palestina
La lettera arriva dopo le ultime notizie dall’équipe riportate dal produttore Serge Gordey che a fine mese era riuscito a sentire telefonicamente Yousef, come ci racconta:
“Dopo molti tentativi per entrare in contatto, sono finalmente riuscito ad avere una conversazione telefonica con il nostro collega palestinese Yousef Atwa. Yousef è il produttore che ha assicurato la direzione del progetto a Gaza. La prima preoccupazione di tutti è dar ricovero ai “danni collaterali” degli attacchi aerei, mi ha spiegato: “quando si vive nella città di Gaza, c’è una grande possibilità di abitare vicino a un commissariato di polizia, a un’amministrazione, a un’installazione militare, ai locali del governo, di istituzioni culturali dirette o influenzate dal regime. In questo caso, si rischia molto di subire le conseguenze di un bombardamento destinato a un altro bersaglio. Risultato: la nostra équipe si trova dispersa: tutti i nostri compagni hanno cercato rifugio coi familiari in altri luoghi, per esempio in campagna, presso amici o parenti. In più i sistemi di comunicazione non funzionano più, infatti le interruzioni di elettricità sono sempre più frequenti. Non è tutto: in città non ci si sposta per evitare di rimanere vittime di un bombardamento. Si capisce che riprendere i contatti con i nostri personaggi è davvero dura.
Speriamo che le cose migliorino nei prossimi giorni, ha detto Yousef alla fine della nostra conversazione. Ho capito dalla mia conversazione con lui che al momento nè i nostri tecnici né nessuno dei personaggi sono stati toccati dai bombardamenti. Ho capito anche che nell’immediato la ripresa dei nostri video è praticamente impossibile. Vi terremo comunque al corrente dell’evoluzione della situazione”.