Alla fine, ma non abbiamo mai avuto dubbi, il Detour ce l’ha fatta. Nonostante tutte le avversità, la mancanza di sostegno dall’alto, e soprattutto i gufi, quelli purtroppo non mancano mai, il Cineclub Detour, una delle realtà storiche romane più importanti del circuito cinematografico indipendente è riuscito a trovare un nuovo locale, dopo lo sfratto dalla vecchia sede, sempre a Roma, sempre a Via Urbana, rione Monti. Noi di Schermaglie, da sempre legati al Detour, ne siamo particolarmente fieri e felici.
Il 24 settembre il Detour apre la nuova stagione, che quest’anno ha un sapore particolare, quasi una sorta, e in parte lo è, di nuovo inizio, con l’entusiasmo di sempre, ma anche con la voglia di intraprendere nuove strade, sempre più indipendenti e “libere” in un senso che purtroppo nella nostra società stiamo via via smarrendo.
E l’inizio è davvero di quelli col botto: alle 19.30 è previsto un aperitivo inaugurale e, dalle 21 la serata dal titolo Aspettando Eva e Adamo il Myself cinema di Vittorio Moroni, alla presenza del regista e in collaborazione con la nostra rivista Schermaglie.
Il regista dell’apprezzatissimo Le ferie di Licu, già ospite del Detour nell’aprile scorso, ritorna per presentare il suo nuovo film, un documentario dal titolo Eva e Adamo, in uscita, dal 25 settembre, al cinema “Quattro fontane” di Roma: per l’occasione verranno proiettati il trailer e i primi dieci minuti.
Vittorio Moroni rappresenta un esempio unico nel panorama cinematografico italiano; in occasione del suo primo film, Tu devi essere il lupo, ha creato un sistema alternativo di autodistribuzione denominato “Myself”. Questa originale esperienza è stata raccontata nel corto Autodistribuzione Myself, che verrà proiettato per l'occasione, nel quale il regista svela come sia riuscito, contro ogni aspettativa, a rimanere mesi in sala, divenendo un caso (esperienza poi ripetuta con successo in occasione de Le ferie di Licu). Nel fitto programma della serata sono previsti altri corti del regista:
Eccesso di zelo, (1997), storia di un postino solitario e non più giovane che ottiene tramite sorteggio il posto di lavoro come portalettere in una piccola località di montagna. Per lui quello del portalettere non è solo una professione, ma una missione, alla quale comincia a dedicare i giorni e le notti;
Disperanze, lettere dall’India, (1998): “Nel 1998 sono stato per la prima volta in India. Ero solo. Avevo con me una macchina da presa Super8, 20 cartucce a colori da 3,5 minuti e un mangianastri. Da Delhi sono sceso lungo la costa orientale fino in fondo al subcontinente e sono risalito da quella occidentale, compiendo il giro dell’ India in senso antiorario. Ho viaggiato per due mesi senza obblighi né itinerari prestabiliti. L’unico dovere, avendo a disposizione un’ora sola di pellicola, era di filmare, di tutto ciò che vedevo, solo quanto mi sembrava davvero il cuore necessario delle cose. Un esercizio di temperanza, di ecologia dello sguardo e dei sentimenti.”
Sulle tracce del gatto, di Vittorio Moroni e Andrea Caccia (2003): nel nordest brasiliano le fazendas cercano lavoratori per disboscare ettari di foresta amazzonica. Si servono di un caporale che chiamano gatto. Chi segue il gatto non troverà il denaro promesso, ma un debito inestinguibile e la forma contemporanea di schiavitù. Il documentario è un racconto e un viaggio tra chi sfrutta (imprese brasiliane e multinazionali), chi è sfruttato e chi lotta.
A conclusione della serata Vittorio Moroni leggerà due suoi racconti: Mia madre e Nanni Moretti – ovvero come mi sono deciso a fare il cinema e Alle 22.15 circa.
Insomma, una serata da non perdere. Vi aspettiamo in tanti al (nuovo) Cineclub Detour, giovedì 24 settembre, via Urbana 107, a partire dalle 19.30!