Schermaglie presenta A somewhat gentle man (2010) di Hans Petter Moland, giovedì 26 maggio al Cineclub Detour ore 20 e 30.
Ulrik è una sorta di gigante buono, mite e gentile, il volto segnato come John Wayne ne Il grinta, ma con gli occhi che sorridono sempre. Non chiede nulla, parla poco, si adatta con umiltà a qualsiasi situazione, ha un rapporto conflittuale con gli oggetti tecnologici che ricorda Jacques Tati. Non è più giovane, forse sarebbe pronto per andare in pensione e fare il nonno del nipotino che gli è appena nato e che vorrebbe tanto conoscere, ma le cose non sono così semplici. Perché Ulrik è un criminale e un assassino e ha passato gli ultimi dodici anni in carcere , suo figlio non vuole più saperne di lui e il suo boss ha deciso che deve uccidere l’uomo che lo ha fatto arrestare. Sembra un efferato gangster movie, e invece è una commedia nera, addirittura una commedia scandinava, definizione potrebbe sembrare un ossimoro.
Il regista norvegese Hans Petter Moland, di cui è stato distribuito in Italia In ordine di sparizione (2014), si serve degli strumenti classici del noir (delitto, castigo, espiazione) innestandoli sugli schemi di un umorismo lunare che ricorda Kaurismaki e i suoi amati e poeticissimi loosers, con sprazzi di surreale ferocia non lontana dal primo cinema dei Fratelli Coen. Per Moland, “è molto difficile restare esseri umani quando si è circondati da gente orrenda e fastidiosa” eppure i suoi personaggi cercano di andare avanti con dignità pur non essendo né giovani, né ricchi, né belli. La Norvegia che fa sfondo alla vicenda è un paese livido, disperato e violento, dove gli uomini odiano le donne, le picchiano e le abbandonano. E le donne, quando incontrano un uomo come Ulrik (uno Stellan Skarsgård in stato di grazia), non possono fare a meno di amarlo.