Sorprende il film di Marengo, eccome se sorprende nel panorama del nostro cinema attuale. Giovanna Mezzogiorno nei panni di un’inedita dark lady, Valerio Mastandrea eroe per caso a metà tra Cary Grant e Alberto Sordi (e tra Hitchcock e Dino Risi!), un microchip quanto mai pretestuoso come motore di una trama movimentata all’insegna di fughe e inseguimenti, battute brillanti nel bel mezzo di scene drammatiche, continui colpi di scena, doppi finali… insomma ce n’è abbastanza per considerare Notturno bus un prodotto davvero insolito nel cinema italiano. Non sapremmo dire se si tratta di una commedia sofisticata o di un action movie, quel che è certo è che è un film di genere, sicuramente ispirato a modelli made in Usa, almeno per quanto riguarda trama, ritmo, efficacia. Notturno bus è un film che fila, che funziona, che forse stenta a partire, ma che quando ingrana “regge” fino alla fine… un classico film di entertainment sofisticato, di quelli che in Italia non hanno tradizione.
Ma ciò che rende Notturno bus qualcosa di più di un ben congegnato meccanismo narrativo è l’ambientazione romana e la presenza di un personaggio come Valerio Mastandrea che, come al suo solito, non fa che interpretare se stesso con gran disinvoltura. E dunque aria da cane bastonato, tendenza a ficcarsi nei guai seppur con la faccia bonaria di chi comunica sostanzialmente “lasciateme’n pace”, piccole viltà e understatement alternati a imprevedibili gesti coraggiosi. È nel contrasto tra ritmo concitato e flemma capitolina, in questa parentesi avventurosa di un personaggio pigro, in questa riuscita italianizzazione di un “format” americano che il film trova una sua originalità, un suo tono peculiare. E Giovanna Mezzogiorno, pur rimanendo un personaggio più archetipico (la ladra seduttrice per necessità), meno tipicamente italiano, contribuisce con la sua interpretazione a fior di pelle a conferire sincerità e umanità alla trama leggera.
Notturno bus ha tutte le caratteristiche di un numero zero (così si chiamerebbe in televisione): abile mescolanza di meccanismi collaudati di genere ed elementi originali, successo al botteghino, semplicità, leggerezza. L’Italia, però come si sa – e i produttori-distributori di certo non fanno eccezione – non è un paese ricettivo alle novità, chissà se saprà raccogliere.