Secondo capitolo e mezzo se si considera l’episodio di Antoine e Colette della saga che vede come protagonista Doinel celebre personaggio alter ego di Truffaut Baci rubati nasce nel 1968 proprio nei giorni del Maggio e della chiusura della Cinemateque dopo l’allontanamento del suo storico direttore Langlois episodio citato nei titoli di testa del film dall’autore cinephile che qui racconta ancora Antoine Doinel dopo l’adolescenza difficile de I 400 colpi adesso giovane alla ricerca di un posto nella vita ma ora che cosa deve fare Antoine per farsi accettare dal mondo? lui in perenne conflitto con genitori istituzioni compagne e amanti insomma un outsider che sono già degli anni che corteggia la sua Christine che invece vorrebbe solo essergli amica ma dell’amicizia di Christine Antoine non sa che farsene gli sta stretta lui insegue l’amore di cui ha letto nelle pagine dei libri di Balzac che divora come una malattia ma che non ritrova con la stessa intensità nella vita vera magari forse solo nella fugace notte d’amore con Madame Tabard veloce come una carezza sul volto di una donna nel palmo aperto di una mano esitante ipnotizzata dalla bellezza e Jean-Pierre Léaud si è poi così impadronito di Doinel che Truffaut aveva scritto pensando a se stesso prima adolescente e poi giovane uomo Jean-Pierre Léaud dicevo si è così impadronito di Doinel da diventare indissolubilmente il personaggio e facendolo vivere col suo corpo la sua voce la sua simpatia naif fa sì che il pubblico riesca a perdonargli tutto alla fine fidandosi ciecamente della sua buona fede e allora il film di Truffaut ci cattura con quella sua felice libertà espressiva moderna priva di rigida struttura un crescendo di episodi che si susseguono a formare un altro estratto dalla vita di Doinel e del mondo cine-letterario del suo autore Truffaut che dice di averlo girato con la mano sinistra questo suo film troppo preso in quel periodo dall’affare Langlois e con altre due sceneggiature già ultimate nel cassetto La mia droga si chiama Julie e Il ragazzo selvaggio che voleva entrambe girare a ogni costo e che infatti girerà di lì a poco ma è anche vero del resto che Baci rubati è la quintessenza del suo cinema perché i film di Truffaut hanno dentro anche proprio nella loro forma l’imperfezione della vita che li rende unici ma anche autentici l’imperfezione dei capolavori del cinema come dell’arte più in generale.