Giochino. Se dici “film”, poi aggiungi “musica country”, la terza parola associata probabilmente sarà “Nashville”, la pellicola di Robert Altman sul profondo sud della politica Usa, con una colonna sonora da urlo.
Trent’anni dopo, però, il country torna a fare da sottofondo a un altro film politico, ma che con la politica politicista di Washington non c’entra granché, se non indirettamente.
Esce su cd il 31 gennaio la colonna sonora de Le tre sepolture di Melquiades Estrada (The Three Burials of Melquiades Estrada), primo film da regista di Tommy Lee Jones (TLJ) in Italia si vedrà nei prossimi mesi (la distribuzione è della O1), e che sicuramente avrà più successo in Europa di quanto non ne abbia negli Usa, dove pure TLY non è esattamente uno sconosciuto.
Non è un caso che a Cannes 2005 la pellicola, un western contemporaneo scritto dal messicano Guillermo Arriaga (21Grammi) si sia portata a casa due titoli (miglior sceneggiatura, miglior attore) e sia prodotta da una società che si chiama Europacorp.
Il country irrompe nel film direttamente nella persona di Dwight Yoakam, stagionato singer e compositore cui tocca la parte del cattivo sceriffo Belmont, alle prese con un coriaceo cowboy duro a morire come TLY e con insorgenti problemi sessuali.
Di Yoakam, nella colonna sonora, compare “Fair To Midland”, dal suo penultimo album, del 2003. Nel film si ascoltano alcuni popolari hit sudisti, lungo l’incerta, anche musicalmente, frontiera tra Usa e Messico. E’ il caso di “Workin’ Man Blues” di Merle Haggards (del 1979) “Before The Next Teardrop Falls” di Freddie Fender, “This Could Be The One” di Flaco Jimenez o “The Cheatin’ Hotel” di Hank Williams junior.
Ma c’è anche “Donde Estas Papa”, di Lila Downs, recente vincitrice di un Latin Grammy per il migliore album, vista recitare e soprattutto cantare nel film su Frida Kahlo.
Meno interessanti, invece, le musiche composte dall’italiano Marco Beltrami, specializzato in colonne sonore di film horror o di fantascienza, e finito chissà come nel deserto.
Di cantanti country prestati al cinema – o attori che si danno al folk – ce n’è una discreta schiera, da Kris Kristofferson (uno che usciva con Janis Joplin, mica le Veline ) a Dolly Parton, passando per Willie Nelson. Sì, Willie Nelson, che in Wag The Dog – Sesso e Potere – recitava appunto nei panni della stella del country che compone canzoni patriottiche per sostenere un presidente deciso a fare la guerra all’Albania per coprire i suoi scandali sessuali…
The Three Burials, è un western politico che parla in un modo molto poco ufficiale, ma romantico, di immigrati che attraversano la frontiera invisibile tra Messico e Usa, di amicizia maschile, di amori possibili ma improbabili, di giovanotti immaturi e però pesantemente armati e pericolosi, di provincia estrema, di rimpianti, della pena di morte e della condanna a crescere.
Che il film lo faccia usando la musica popolare, quella che si sente alla radio e che la gente canta in macchina – come accade ai personaggi, appunto – non è soltanto una dichiarazione d’affetto del texano Tommy Lee Jones, ma anche una scelta di realtà.