Io e Lei di Maria Sole Tognazzi è una commedia sentimentale (ma non solo) che vi farà ridere e pensare a lungo dopo essere usciti dalla sala.
Il film racconta, cosa nuova nel panorama italiano, la storia d’amore tra due donne adulte e lo fa senza incorrere in eccessi né in cliché ma soffermandosi sulla sua normalità e naturalezza. Le tappe sono quelle della commedia sentimentale: la vita serena e stabile, la crisi e poi il recupero della felicità.
Federica e Marina sono una coppia che convive felicemente da anni. Sono due donne con percorsi e caratteri molto diversi e, come la maggior parte delle coppie stabili, vive la propria routine, litiga e si ama. La prima, Federica (Margherita Buy), è una donna borghese, architetto, ex-moglie di un dentista e madre di un ragazzo ventenne. Federica ha un carattere chiuso e tormentato, ha paura del giudizio degli altri e combatte intimamente per accettare questa sua nuova parte di sé.
Marina (Sabrina Ferilli) non potrebbe essere più diversa: coraggiosa, solare, energica e passionale, borgatara, che da sempre ama solo le donne e vorrebbe vivere alla luce del sole la sua storia d’amore. In quest’ultima diversità si annida la crisi, ed il film affronta quindi non solo le tipiche dinamiche sentimentali legate all’abbandono e al tradimento ma anche al percorso di Federica verso una più ampia accettazione del suo essere omosessuale.
La Tognazzi ci porta nella loro vita quotidiana e nella loro intimità con delicatezza, e con un’operazione di “normalizzazione”, senza, per fortuna, mai scadere nella banalità. Il merito va anche alla coppia Buy-Ferilli che funziona davvero, con molti momenti di vera comicità, e che ci porterà a fare il tifo per loro e per il loro amore.
Un paragone con film come La vita di Adele risulta difficile, se non fosse per alcune scene in cui i protagonisti mangiano e bevono con piacere, e sembra quasi di sentire i sapori e di essere là con loro. Bella sensazione. La vita di Adele ha il chiaro e diversissimo fine di esplorare l’intimità del rapporto tra due donne, e lo fa con decisione. Forse più facile accostarlo a film che hanno trattato il tema dell’omosessualità cercando di descriverne la quotidianità, anziché l’intimità e la sofferenza, come per esempio I ragazzi stanno bene, comedy-drama americano, delicato e divertente, che va ancora più in là. E la normalità che cerca di mostrare è quella della vita di due donne e dei due loro figli. Siamo sempre un po’ indietro, ma l’importante è andare avanti.
Il valore di questo film è duplice. É quello di aver voluto rappresentare, in Italia, la storia d’amore tra due donne adulte, e di averlo fatto in modo credibile, senza mettere paura, così che alzandoci dalla poltrona il ricordo è di aver visto ” una storia sentimentale”, e di aver assistito alla storia di due persone in ricerca della felicità. Gli autori sono riusciti in questo evitando con maestria i soliti cliché omosessuali e le spesso scontate scene intime: ” davvero c’è sempre bisogno di sapere cosa fanno due persone sotto le coperte?”, dice uno di loro.
Tutto questo dà al film anche un valore politico, se lo immaginiamo proiettato in una società dove ancora non è riconosciuta la parità dei diritti tra omosessuali ed eterosessuali. E’ un film che porta un messaggio di civiltà e lo consegna senza spaventare, in punta dei piedi, e per questo la speranza è che possa arrivare anche a quel pubblico che ha ancora tanti pregiudizi. Speriamo.