La pazza storia del cinema italiano non è stata ancora scritta ma ce ne sarebbe sicuramente bisogno, sempre considerando la follia con una buona dose d’ironia, perché cercando con più attenzione potrebbero con facilità emergere le responsabilità della dispersione di talenti e risorse avvenute in questi anni. L’ultimo esempio? Presto fatto. Esce in sala venerdì 30 aprile il nuovo film di Felice Farina La fisica dell’acqua, sin qua nulla di strano, c’è però un dettaglio che fa sobbalzare. Il regista aveva terminato le riprese nel 2004, con l’aiuto di un contributo dello Stato, quindi si tratta di un’opera a cui i cittadini attraverso i loro rappresentanti hanno dato un sostegno. Ci sono nel cast due attori che nel nostro panorama locale sono di richiamo per il pubblico: Claudio Amendola e Paola Cortellesi. Personaggi che potevano spingere un privato a favorire il progetto. Invece il film si ferma, perché la pellicola è stata sequestrata a causa del fallimento della casa di produzione.
Non sono in molti a interessarsi della sorte de La fisica dell’acqua, dopotutto avrebbero un prodotto quasi pronto, certo, ci sarebbero da mettere dei soldi per dissequestrare il tutto, aggiungerne altri per la postproduzione, ma non è questo che dovrebbe fare un imprenditore? Possibile che non ci sia stato nessuno che abbia avuto naso per fiutare l’affare? Pare non ci sia stato. Succede in Italia dove si cantano un giorno sì e l’altro pure i mirabili frutti del mercato, senza che nessuno sia pronto a rischiare granché. C’è però uno che con tigna non ha abbandonato il progetto ed è l’ideatore: Felice Farina. Per liberare il film chiede aiuto agli amici, tra cui Renzo Rossellini, e riesce a vendere i diritti di trasmissione televisivi alla Rai. Il regista ha poi completato la postproduzione, elaborando gli effetti speciali in 2k con il suo computer.
Uno può pensare che la storia non incoraggiava ad investire. Leggendo la trama non sembra: tutto ruota intorno ad un bambino di sette anni, Alessandro (Lorenzo Vavassori), rimasto orfano di padre quando aveva appena un anno. La vita in una grande casa sul lago con la madre (Cortellesi) è improvvisamente turbata dall’arrivo dello zio Claudio (Amendola), con cui i rapporti degenerano velocemente fino ad uno scontro feroce. Una “guerra” che ha un motivo lontano e apparentemente dimenticato. Insomma, come spiega Farina stesso, è un “thriller psicologico” nato dall’idea di raccontare il mondo degli adulti visto dagli occhi di un bambino, dove al centro dell’intreccio c’è “la verità sottratta ai bambini”, un “viaggio verso le parti della coscienza, dove l’elemento liquido è proprio quello che riporta alla coscienza”. Ci troviamo di fronte ad un racconto classico, non a qualcosa di sperimentale, quindo c’era da stare tranquilli. Invece il disinteresse ha prevalso per molto tempo.
La Fisica dell’acqua, una volta terminato, trova facilmente ospitalità in numerosi festival (Montreal, Rio, Pesaro, Amnecy), sino a quando giunge anche in Italia, grazie all’intervento volenteroso della Iris Film del giovane e appassionato distributore Christian Lelli. Il film dopo sei anni, lunghi e tormentati, uscirà in 60 copie. Meglio tardi che mai?