“Grasso è bello! recita il sottotitolo che potrebbe anche essere, “nero è bello”, “non omologato è bello”, “sii te stesso e vincerai”.  Hairspray è un inno divertente e travolgente a credere in se stessi, al di là delle apparenze. Siamo nell’America anni ’60, in piena liberalizzazione dei costumi, cambio di ritmi musicali, integrazione bianchi e neri, in cui tutto sembra ed è possibile se lo si vuole e se ci si crede veramente. Tutte tematiche rappresentate nel film con ironia e divertimento, leggerezza, ma non superficialità. Certo i caratteri sono stereotipati, i problemi non analizzati, ma siamo all’interno di un genere codificato, il musical, forse un po’ fuori moda, con le sue regole e i suoi stilemi.

Fin dai primi fotogrammi, dalle inquadrature della città, è chiaro che ci stiamo per calare in una dimensione di fantasia e sogno (dove dominano il colore, i vestiti sgargianti, le acconciature eccessive, la musica), che prende comunque sempre spunto dalla realtà vera. Ispirato al cult movie di John Waters e alle musiche della versione teatrale in scena a Broadway dal 2002, il ritmo è contagioso, sì da far ballare gli spettatori tra le file delle sedie: il buon umore è assicurato.

 Realtà e finzione s’intrecciano nella storia della protagonista, Tracy (l’eccezionale esordiente Nikki Blonsky): travolgente ragazzina, con qualche chilo di troppo che non si ferma davanti a niente e nessuno, così da presentarsi alle selezioni per il Corny Collins Show (diseducativo e popolare show per ragazzi come i nostri Amici e Non è la Rai) da puntare al ragazzo più desiderato del gruppo e fidanzato della  Miss Hairspray (lacca per capelli) della cittadina dove vive (Baltimora). Tracy, pur bassina e rotonda, non è meno affascinante e sensuale delle sue coetanee alte e dai fisici perfetti. L’energia travolgente che ha, la sua femminilità e la sua generosità, rendono Tracy vincente su tutte. Nikki è anche nella realtà una 17enne, studentessa di Long Island, dalla voce eccezionale, che senza aver seguito nessuna scuola di danza e con qualche chilo di troppo sognava di entrare nello show-business. Chissà, magari vedere questo film convincerà qualche ragazza a non diventare anoressica e ad accettarsi così com’è, nella sua unicità, riuscendoci più del manifesto anti-anoressia che campeggia in questi giorni nelle nostre città…

Accanto a Nikki, uno strepitoso John Travolta (che aveva rifiutato Chicago), ingrassato con la magia del trucco di 135 chili, è la madre di Tracy: una casalinga oversize che vive da decenni in casa per la vergogna del proprio corpo, timida e impacciata, ma che pian piano si risveglia. Sotto la gommapiuma e il silicone del trucco è davvero difficile riconoscere Travolta (buffo e femminile al punto giusto), se non fosse per gli occhi, l’indimenticabile sorriso e la voce (fortunatamente le parti cantate del film – cioè il 99% del film – non sono state doppiate). Divertentissima anche Michelle Pfeiffer nella parte della conduttrice perfida e calcolatrice, madre di Miss Hairspray.

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