di Vincenzo Riccobono /Nella ariosa cornice di piazza San Cosimato a Trastevere, nel casino della dilatazione dello spazio del cinema, senza confini, tra persone sedute a terra, alcune sdraiate, altre su seggiole portate da casa, tra i rumori di ragazzotti che giocano e strillano, il venticello romano, pizze e birre casarecce, gente che passa, stranieri stupiti, è bello guardare quest’umanità che cammina chiaccherando, alcuni con la propria sedia in spalla, che confluisce nella piazza, sembra da mille rivoli di strade, richiama alla mente antiche e struggenti situazioni di piacere collettivo, di relazioni perdute. Si sta avviando alla conclusione il Festival Trastevere- Rione del Cinema , nella programmazione è contenuta la personale rassegna su Xavier Dolan, enfant prodige del cinema canadese. Cinque film, ogni martedì più l’ultimo, venerdì, Mommy.
Laurence anyways è forse il film che giudico meno convincente tra i tre visti finora (Je tuè ma mere e Les amoures immaginaires). Meno convincente nel senso che nei due film precedenti l’urgenza dell’emersione della affermazione della propria sessualità, della propria omosessualità, in definitiva l’affermazione della propria libertà da quel groviglio di legami, coercizioni, paure delle strutture dedite all’oppressione, e affrancamento dalle sovrastrutture culturali e di controllo della società omofoba e repressiva, urgenza che si era rivelata con un impeto irrefrenabile, un’emersione dirompente nei primi due film, risulta in qualche modo di maniera
Ora il manierismo nell’arte non è affatto sintomo di caduta di tensione emotiva o di navigato controllo delle forme rappresentative, tutt’altro. È maturità espressiva, è indagine approfondita ed è capacità consapevole di sfida a canoni stilistici inadeguati e soffocanti e contiene spesso intuizioni geniali derivate da un’attenta prolungata immersione in temi affrontati lungamente. Forse ancor di più che non nelle opere “rivoluzionarie” giovanili”, che si caratterizzano spesso per un sentire individualistico, per un furore creativo che può trascendere la meditazione per un avanzare impetuoso, per l’ urgenza, la necessità della manifestazione della creatività espressiva, il manierismo riflette invece il carattere collettivo della ricerca di senso di un periodo artistico ed espressivo. Ora io credo che di Laurence anyways si possa parlare in termini di manierismo immaturo, ovverosia di uno sforzo verso l’emancipazione dall’urgenza in un momento ancora permeato da tipiche pulsioni e suggestioni giovanili, e data la giovanissima età dell’autore, nonostante nelle personalità geniali l’età biologica non sia così determinante, appare in filigrana uno stridore che non è convincente, per l’appunto nel senso che questa avvertita manierizzazione non conferisce all’opera quella pienezza espressiva che aveva caratterizzato i lavori precedenti.
I dialoghi serrati, impietosi, i toni, l’aggressività e la remissione, le manipolazioni occulte o dichiarate, urlate, sono presenti in questo film come negli altri, ma sono dentro una struttura ben progettata a questo punto, verificata, collaudata. Quello che era racconto e speculazione interiore, sperimentazione di rappresentazione di forme intime, non ancora sbozzate, quasi adolescenziali, nel fecondo terreno di una sensibilità scoperta, di una intelligenza acuta e libera, si trasforma in un racconto altro, bellissimo, ma già opera matura di una mente allenata allo scandaglio, alla distillazione delle essenze, con l’eliminazione dell’aspro che contraddistingue i prodotti ancora acerbi, pur volendolo rappresentare in forme giovanili e libere.
Ripeto, il film è bellissimo, predomina la sensazione che si tratti di un’opera di transizione – con la massima considerazione per il positivo trasporto del cambiamento, della transizione – di un’opera frutto di una volontà che vuole esprimere il desiderio di nuovi approdi pur non sentendosi del tutto pronta. Ma forse anche questo è un punto di forza del film, a rifletterci bene.
A me è il film di Dolan che più è piaciuto, quello che più degli altri ha messo in discussione i principi guida del narcisismo e della paranoia (..) a favore della inderminatezza aperta della metamorfosi. Esplosivo. Aperto a improvvisazioni e eccedenze (anche di tempi e inquadrature) sulla scia del grande, intenso oltre misura cassavetes.