Martedì 19 Novembre alle 20.30 al Nuovo Cinema Aquila:
INCONTRO CON IL CAST TECNICO DI DAL PROFOND, MIGLIOR DOC AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA
Il film di Valentina Pedicini con i minatori della miniera Carbosulcis, trionfatore al Festival Internazionale del Film di Roma in Prospettive Doc Italia 2013, debutta in sala in esclusiva con proiezioni serali alle ore 20.30 e alle 22.30. Sarà questa anche l’occasione di incontrare il montatore del film, Luca Mandrile. Il film resterà in programmazione anche il giorno successivo, Mercoledì 20, in orari serali. Presenta Massimo Vattani.
E’ difficile non farsi sopraffare dalle emozioni quando qualcuno parla della tua terra, delle tue tradizioni, della tua gente. È difficile rimanere impassibili quando quel qualcuno, che non è neanche originario dei tuoi stessi luoghi, si prende così tanto a cuore una verità, una storia, una donna. È difficile non provare un profondo senso di orgoglio quando, sempre lo stesso qualcuno, racconta a tutti di un mondo capovolto, di una vita sotterranea, attraverso un film in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Prospettive Doc Italia 2013. È difficile farlo e forse non è neanche giusto. Quel qualcuno è Valentina Zucco Pedicini, regista nata a Brindisi che, con i 70 intensi, silenziosi ed eloquenti minuti che compongono Dal profondo, mi ha fatto sentire l’orgoglio, la fierezza e l’appartenenza all’Isola delle Meraviglie, come mi piace chiamare l’adorata Sardegna. Una storia nota a noi sardi quella di Patrizia, l’unica minatrice donna del Carbosulcis, la quota rosa, lo sguardo femminile, la voce silente. Ma, di sicuro, una storia non nota ai più. La regista trova in lei, nei suoi occhi azzurri, nel suo modo di comunicare, esattamente ciò che cerca. Patrizia racconta tutto, senza parlare troppo, senza abusare del tempo e delle parole. La miniera bisogna viverla per capirla. La terra bisogna conoscerla per poterla difendere. Sbagliando si pensa che la vita in miniera sia statica, monotona. Non è così, nel sotto-mondo tutto è diverso, capovolto, ma non per questo peggiore. Il buio fa riflettere e fa guardare dentro se stessi. Si parla meglio con chi non c’è più, con un padre vittima della miniera – come tanti padri sardi purtroppo -, ad esempio.
Ma non c’è alcun sentimento di rancore, semmai la miniera è casa, fonte di vita, fonte di sostentamento. Chi vuole chiuderla non sa, non capisce, non c’è mai stato. Valentina Zucco Pedicini e la sua troupe girano in due anni questo documentario dal grande cuore, ma anche di gran fretta, a causa della chiusura imminente del sito minerario in questione. Restano 26 giorni a 500 metri sotto il livello del mare. I numeri contano poco, se non fosse che in questo caso i numeri parlano. Ci dicono dello sforzo immenso, del lavoro, del sacrificio, del grande valore di quei 150 uomini e di quella donna che per 57.600 ore sono rimasti nel mondo di sotto e che, dopo 10 anni in cui il carbone estratto non veniva venduto, davanti alla triste realtà, sono rimasti 8 giorni in occupazione. Purtroppo il risultato lo sappiamo tutti. Incerto. La miniera non è stata chiusa, ma il declino è inesorabile. Patrizia ha comunque vinto. Raccontando questa storia, raccontando un po’ di Sardegna. Un racconto profondo, del profondo, dal profondo. Un’esperienza. Due donne. E ai miei occhi hanno vinto entrambe.