"Per un attore è sempre interessante interpretare un personaggio borderline, qualcuno che quando vive un'emozione la estremizza, la porta al limite. Sono convinto che nessun essere vivente sia innocente. Per prepararmi al ruolo sono partito dall'immagine di mio nonno, che per me è sinonimo di purezza, ma ho un ricordo di lui in cui prendeva a calci mia nonna e partendo da questa visione ho estremizzato sentimenti che anch'io provo. Io ho ancora speranza di poter vivere e sorridere, ma Rino, il personaggio che interpreto, è un animale ferito che sanguina. Siamo tutti animali feriti, a volte a morte a volte no, ma se la ferita continua a perdere sangue alla fine muori. Nella vita di tutti i giorni non mi riesce di provare sentimenti così forti, e sul set è catartico amare per una volta fino in fondo. Dopo un'esperienza del genere tornare alla vita reale è un casino. Io avevo voglia di andare da mia madre e dirle "Stronza, hai sbagliato tutto!", ma non è una cosa che si può fare".