Il “caso” Walheim è scoppiato nel 1986, durante la campagna elettorale per la carica del presidente federale austriaco con cui Waldheim, ex-segretario generale delle Nazioni Unite durante un decennio, pensava di coronare la sua eccezionale carriera politica nel dopoguerra. La scoperta dell’implicazione diretta di Waldheim durante la seconda guerra mondiale nelle campagne contro i partigiani condotte dall’esercito tedesco in Yugoslavia e nella deportazione della popolazione ebraica della città di Salonicco in Grecia da un lato e la veemenza con cui Waldheim stesso si impegnò a negare tutti questi fatti dall’altro, sucitò un enorme scalpore a livello internazionale e divenne una questione cruciale anche negli Stati Uniti.

Nel suo documentario-essay Ruth Beckermann ricostruisce l’intero dibattito che si è acceso intorno a Waldheim, cadidato per la presidenza della republica in Austria, dal momento della sua candidatura fino al momento al secondo scrutinio che ebbe luogo nel giugno del 1986.

Servendosi di materiale d’archivio televisivo nazionale ed internazionale, selezionato con molta finezza ed intelligenza e di materiale filmato da lei stessa durante le manifestazioni e diverse azioni contro Waldheim in Austria a cui aveva partecipato come attivista, Beckermann c’invita a scoprire un conglomerato di fatti poco conosciuti e un insieme di complessi rapporti storico-politici.

Con una grande chiarezza Beckermann espone tutta una tela di calunnie e di bugie aiutandoci a penetrare in un fitto labirinto di dichiarazioni in cui la retorica, la manipolazione politica e il negazionismo vanno di pari passo, dimostrandoci infine che l’opposizione é possibile e necessaria anche se non è sempre risulta vittoriosa.Nel suo film le regista fa appello a una grande quantità di materiali eterogenei: spezzoni di interviste e di telegiornali della televisione austriaca, estratti di conferenze stampa del Congresso ebraico mondiale e di dibattiti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, audizioni del Congresso degli Stati Uniti nonché dichiarazioni del Partito popolare austriaco e di Waldheim stesso.

Giovane attivista nel 1986, personalmente implicata nella campagna contro Waldheim, Beckermann filma spesso in mezzo alla folla durante le azioni e i raggruppamenti organizzati per prevenirne l’elezione. A Vienna, davanti alla cattedrale di Santo Stefano, militanti pro Waldheim ed ex appartenenti alla resistenza si affrontano in un dibattito a cielo aperto; da un lato si sentono le voci e le testimonianze di vecchi resistenti, dall’altro i commentoi agressivi ed antisemiti di un passante.
in uno scambio diretto di voci ed opinioni ormai raro nello spazio pubblico.

Tutti questi archivi sono sapientemente montati. Alla struttura lineare della narrazione che segue l’evolversi del caso Waldheim si alternano delle “finestre” che ci permettono di fare luce sul suo passato e la sua carriera di uomo politico. La voce di Ruth Beckermann e i suoi commenti in off, ci offrono un approccio vivo, molto personale e politicamente pregnante di questa vicenda che, nonostante sia successa quasi trent’anni fa, risulta di grande attualità nel contesto sociopolico di oggi.

Waldheims Walser è stato selezionato nel concorso internazionale della 40esima edizione del Cinéma du Réel che si tiene al Centre Pompidou a Parigi. Ho incontrato Ruth Beckermann in questa occasione per discutere con lei sui diversi aspetti del film.

 

Qual è stata la genesi di Waldheims Walzer?

Questo progetto è nato a partire dai miei vechi filmati dell’epoca. Qualche anno fa ho guardato di nuovo questi materiali e, dal mio punto di vista di oggi, li ho trovati veramente scioccanti.

Li ho rivisti con un gruppo di ragazzi fra cui c’era anche mio figlio. Erano tutti molto interessati a questa vicenda che non hanno vissuto di prima persona così ho iniziato a raccontarla e loro mi hanno subito detto: “Ma perché non fai un film?”

Ripensandoci su, ho trovato che avevano ragione. Tre aspetti mi sembravano essenziali in questo progetto: mostrare le menzogne degli uomini politici, parlare del populismo e tracciare una storia dei media. Chi non ha vissuto negli anni ottanta non riesce neanche ad immaginarsi come funzionasse la televisione all’epoca!

Ho iniziato dunque a visionare dei materiali d’archivio ma poi, per una serie di motivi, ho girato un altro film, Die Geträumten. Nel 2016 sono tornata a consultare gli archivi e ho ripreso a lavorare sul progetto di Waldheims Walzer.

Ovviamente in quel momento non avrei mai potuto immaginare che il mio soggetto sarebbe diventato improvvisamente di nuovo d’attualità! Quando ho iniziato a fare questo film nel 2013 la situazione politica in Austria era molto diversa da quella di oggi ma, a volte, certe cose sono nell’aria… 

Chi era Kurt Waldheim?

Kurt Waldheim è stato segretario generale delle Nazioni Unite per dieci anni.Da uomo molto ambizioso quale era, non avendone ancora abbastanza della sua carriera, decise, ormai settantenne, di presentare, per una seconda volta, la sua candidatura al posto di presidente della repubblica in Austria. E statpo proprio durante il periodo di questa seconda campagna elettorale che nuovi fatti sulla sua e sul suo passato sono venuti alla luce. Si è scoperto che Waldheim in tutte le sue autiobiografie, sia oralmente che per scritto, aveva “omesso” di parlare di due anni della sua vita durante la seconda guerra mondiale, raccontando semplicemente di essere tornato a Vienna, in seguito ad una ferita, per studiare e corteggiare la sua futura moglie. Di fatto però durante questi due era stato attivo come ufficiale dei servizi segreti delle SS nella zona dei Balcani. Tutti questi fatti sono venuti alla luce durante la sua campagna elettorale causando uno scandalo enorme a livello internazionale, nonostante ciò, tanto lui stesso che il suo partito e l’insieme dell’apparato statale in Austria , hanno continuato a negarli.

 

Mi sono spesso chiesta come Waldheim abbia potuto essere segretario generale dell’ONU per così tanto tempo. In questo contesto i materiali provenienti dagli Stati Uniti, soprattutto quelli del Congresso ebraico mondiale, sono cruciali.

Per me è stato molto interessante constatare che il Congresso ebraico mondiale avesse un programma e delle priorità assai diverse da quelle austriache. Al Congresso non importava tanto quanto stava succedendo in Austria, ma quanto era successo all’ONU. Per Congresso ebraico mondiale il perché Waldheim fosse diventato segretario generale dell’ONU nel 1971 restava una questione aperta.Personalmente penso che la risposta sia alquanto banale: Waldheim é potuto diventare segretario generale dell’ONU perché all’epoca nessuno si era peritato di fare degli accertamenti sul suo passato. Questo aspetto è diventato cruciale solo negli anni 80. Sia la questione del nazismo che quella dell’olocausto sono diventate di pubblico dominio soprattutto a partire dagli anni 80, anche negli Stati Uniti.

Quali sono state le conseguenze del caso Waldheim per l’Austria?
Quando il caso Waldheim è venuto alla luce si è creata subito una solidarietà di stampo patriottico, non bisogna dimenticare che nel 1986 la generazione che aveva vissuto la seconda guerra mondiale era ancora in vita e che una parte di queste persone aveva votato per Walheim. Gli austriaci hanno sentito il dovere di difendere il proprio paese contro gli attacchi “ingiusti” dello Stato amercicano e del Congresso ebraico mondiale. Paradossalmente, le conseguenze più importanti di questo scandalo a lungo termine sono state positive: fino al 1986 gli Austriaci si erano sempre voluti considerare come “le prime vittime” del nazismo tedesco senza mai porsi la questione della parte di responsabilità che il paese aveva avuto nella seconda guerra mondiale.

Questa posizione vittimista veniva bene a tutti, la versione ufficiale era: siamo stati ‘costretti’ a fare la guerra. Fino allo scoppio dello scandalo Waldheim il paese aveva vissuto in una specie di nebbia; tutti sapevano cosa era realmente accaduto ma nessuno osava assumerne apertamente la responsabilità. Il “caso” Waldheim invertito questa tendenza inaugurando la discussione pubblica sul ruolo dell’Austria durante il periodo nazista.

Retrospettivamente penso che il caso Waldheim sia stato l’evento più importante in Austria dopo la seconda guerra mondiale.
Questo scandalo ha provocato una vera e propria inversione di tendenza: l’Austria ha finalmente riconosciuto la sua parte di complicità negli eventi della seconda guerra mondiale. Questo cambiamento si può constatare anche nel film stesso: pian piano appaiono degli intellettuali ma anche professori, dei giudici e via di seguito che finalmente iniziano a parlare apertamente di quanto era successo.

Prima del caso Waldeim questa presa di parola non esisteva. Grazie a questi eventi l’Austria ha conosciuto un lungo periodo di apertura e di responsabilità civile. La situazione odierna, ovviamente, è tutto un altro discorso!

 

 

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