Martedi 19 febbraio la nostra rivista ha organizzato, in collaborazione con il cineclub Detour, una serata interamente dedicata all’indimenticabile Massimo Troisi, in occasione di quello che sarebbe stato il suo cinquantacinquesimo compleanno. Lo spirito con cui è stata impostata la serata nasce dalla volontà di riscattare Massimo Troisi dal ruolo esclusivo di attore comico, evidenziandone anche il ruolo di autore, uno dei più importanti, insieme a Moretti, degli anni ’80, come hanno sottolineato Demetrio Salvi e Federico Chiacchiari, autori de Il comico dei sentimenti.
Non una commemorazione, ma un compleanno che, come ha ricordato Enzo Decaro (intervenuto insieme ad Anna Pavignano e a Gaetano Daniele), è sempre occasione di gioia, di divertimento, di risata, anche quando questa risata è fatta a denti stretti per quel vuoto che, nonostante il passare del tempo, sentono tutti coloro che hanno amato Massimo Troisi. Spazio dunque al momento amarcord e quasi struggente del reading di Anna Pavignano che, tra parole (tratte dal suo romanzo Domani mi alzo tardi ispirato alla storia di Massimo) e immagini, ha rievocato la figura dell’artista e compagno di vita, ma spazio anche al divertimento con la proiezione del semisconosciuto Morto Troisi Viva Troisi, film diretto dallo stesso Troisi nel 1982 per lo special a lui dedicato Che fai…ridi?!?, nel quale il regista napoletano scherza (ahinoi! gioco macabro e profetico) con la sua stessa morte. Ci rendiamo ben presto conto, però, che entrambi i momenti rispecchiano in modo speculare le due anime di Massimo, quella comica e quella malinconica anzi, nel suo caso, si può dire che le due anime si fondono in una sola.
Mentre scorrono le immagini, la chitarra di Alfredo Morabito accompagna la voce di Anna e riviviamo insieme a lei quegli anni di vita vissuta, si fa spazio la commozione… eppure, proprio in quel momento, una base registrata riporta la voce di Massimo che, stonatissimo, dedica una canzone divertentissima alla sua amata; e in Morto Troisi Viva Troisi mentre ci sganasciamo con le battute esilaranti di Massimo, tratte dalle interviste televisive poi confluite nel film, ad un tratto scorgiamo tutto quello che sta dietro a quelle parole (la timidezza, il disagio, la tristezza) ed ecco che la risata si fa più pensosa. Si ride e si piange con Massimo, ci si diverte grazie alla rivisitazione comica del quotidiano e nello stesso tempo si vola alle più alte sfere della poeticità. Una maschera che fonde Pulcinella e Pierrot, come ha evidenziato Lina Wertmuller in un filmato inedito del 1995 (che potete trovare sul nostro sito) proiettato durante la serata e contenente interviste a Gillo Pontecorvo, Monica Vitti e alla stessa Lina Wertmuller. Queste illustri figure dello spettacolo ne hanno sottolineato, per riprendere le parole di Pontecorvo, soprattutto la bonomia, la dolcezza, il basso tasso di aggressività, la capacità di guardare e di ascoltare davvero.
Importantissimo, infine, è stato il contributo di Anna Pavignano, Gaetano Daniele, Enzo Decaro, che hanno raccontato gli aneddoti e le curiosità più strambe, loro che Massimo l’hanno conosciuto davvero, corpo a corpo, e che quindi, come ha sottolineato Decaro, non riescono a trovare le parole per definirlo. In realtà non ne hanno bisogno, perché di lui hanno conosciuto la parte più essenziale e sanguigna. Nella sua lettura, Anna ha raccontato del ticchettio continuo che proveniva dal cuore di Massimo, operato al cuore. Quel ticchettio che in una sera goliardica le aveva fatto sospettare che lui avesse rubato uno degli orologi custoditi nella sua casa, fino a quando, vedendo la cicatrice, aveva finalmente capito. Ad un certo punto quel ticchettio è cessato ed è stato il silenzio; nei nostri cuori continuerà a battere per sempre. Auguri Massimo!
……..