Con i film di trentatrè paesi di ogni continente, il 38esimo FORUM INTERNAZIONALE DEL GIOVANE FILM del Festival di Berlino offre un programma vasto e cosmopolita. Anche quest’anno, punto di forza della sezione sarà la sperimentazione e lo spirito d’innovazione dei giovani registi: avanguardia e nuovi percorsi cinematografici, film d’autore e reportage politici sono le parole chiave. I film selezionati, tra i quali sedici debutti, puntano l'attenzione sul mondo visto dalla prospettiva dei giovani e mostrano come l’infanzia, quale la conosciamo noi, non esista più.
Il film messicano La Frontera Infinita di Juan Manuel Sepúlveda racconta del fiume smisurato di clandestini che attraversano l'America Centrale in direzione degli Stati Uniti. Anche i migranti di Paul Rowley e Nicky Gogan, protagonisti della produzione irlandese Seaview, nonostante siano in Europa, si ritrovano imprigionati in una terra di nessuno: un ex villaggio turistico a nord di Dublino dove rimangono ad aspettare per anni prima di ottenere un permesso d’asilo.
E' ambientato in Pakistan il film australiano Son of a Lion di Benjamin Gilmour. Al centro della storia c’è un ragazzo che cerca di fuggire da un mondo di tradizioni arcaiche e violente. Un parallelo interessante si trova nell’esordio Nacht vor Augen (Notte davanti gli occhi) di Brigitte Bertele nel quale un reduce dell'Afganistan si confronta con il fratello più piccolo e il suo trauma di guerra.
Sono proprio le immagini di questi giovani, infatti, che rendono i film intensi, come ad esempio lo stesso si può osservare nei film filippini presenti al Forum: al centro della moderna parabola Tirador di Brillante Ma. Mendoza e del rurale ma finto idillio Balikbayan Box di Mes De Guzmans c’è la sopravvivenza quotidiana dei giovani che sanno più salvaguardarsi degli adulti e degli anziani. L’autenticità delle storie raccontate è spesso strettamente legata ai protagonisti che non sono dei professionisti e che quindi recitano se stessi: è il caso del lungometraggio Tribu di Jim Libirans che confronta la cultura filippina delle bande in un quartiere povero di Manila con le strutture decadenti e fragili della famiglia tradizionale. Interessante è come in questa costellazione “il branco”, autoritario e auto-organizzato, risulti come una sostitutivo della famiglia. Anche i protagonisti del film Divizionz del collettivo di registi africano "Yes! That’s Us" recitano se stessi: vivono di piccoli espedienti negli slum della capitale d’Uganda spacciando, drogandosi e minacciando, in una terra dove la lotta per la sopravvivenza fa loro rinunciare perfino ai sogni innocenti come quello di diventare musicisti. Il primo lavoro di regia di Audrey Estrougo Regarde-moi smaschera la giovane controcultura francese delle banlieue in quanto vittima lei stessa di convenzioni e chiusure. Simile al film L’Odio di Mathieu Kassovitz, il film racconta ventiquattrore ore in una città, prima da una prospettiva maschile, poi da una femminile, ed evoca una ristrettezza sociale che non lascia nessuno spazio all’individuo. Il film Le premier venu del regista Jacques Doillon segue la giovane protagonista nella provincia nord-ovest della Francia, dove la ragazza comincia una storia d’amore con il primo uomo che le capita per vivere l’intensità che la sua famiglia borghese non le offre.
Presentissimo al Festival quest’anno il Giappone: il film Asyl – Park and Love Hotel di Kumasaka Izuru si svolge in un’oasi miracolosa, su un tetto di un hotel a Tokio. In modo sensibile Takahashi Izumi mette in scena legami amorosi e famigliari poco riusciti nel film Musunde-hiraite. Il maestro giapponese Wakamatsu Koji, presente con il suo nuovo film United Red Army (di tre ore) su un gruppo di terroristi giapponesi, viene omaggiato con una piccola retrospettiva: Secrets Behind the Wall, presentato in concorso al Festival nel 1965, e Go, Go Second Time Virgin (1969) e Ecstasy of the Angels (1972).
Gli special screenings quest’anno sono dedicati a ritratti particolari e a lungo termine: il film ...dann leben sie noch heute (…allora vivono ancora. I bambini di Golzow) è frutto di una documentazione, cominciata nel 1961 e proseguita nell’arco di quarantasei anni, raccolta sui cambiamenti politici e sociali dopo la caduta del muro attraverso la vita di quattro bambini della ex-DDR. Občan Havel (Citizen Havel) è un personalissimo e complesso ritratto dell'ex-presidente della Repubblica Ceca Václav Havel e del suo mestiere come politico. Il documentarista Pavel Koutecky ha osservato l’ex dissidente e scrittore carismatico dall’inizio della sua carriera come presidente nel 1993 per più di un decennio, accompagnandolo sia sul palco politico sia nella vita privata (nei club di jazz che il presidente visita con Clinton o nel castello di Praga per un concerto dei Rolling Stones). Altre leccornie dello special screening sono i due esempi del cinema indipendente americano My Brother’s Wedding (Charles Burnett 1983) e The Exiles (Kent Mackenzies 1961), e gli audiovisivi W.R. – Misterije Organizma (Dušan Makavejev 1971) e The Muzzled Horse Of An Engineer. In Search Of Mechanical Saddles (Khavn De La Cruz).
Nella sezione collaterale del Festival “Forum expanded” si possono visitare mostre, proiezioni di film e video, e si può assistere a performance e a discussioni pubbliche. L’installazione interattiva Green Porno di Isabella Rossellini è solo uno dei tanti esempi divertenti dell’unione tra film e arte, presenti in questa sezione. Mostra la vita sessuale degli insetti: “Le bizarre e le oscene pratiche sessuali degli insetti mi hanno fascinato da sempre”, ammette l’artista Rossellini.
I film del FORUM