Il regista e sceneggiatore Guy Ritchie aveva mostrato il manto di illegalità e corruzione dal quale è avvolta Londra in due pellicole, Lock, Stock and Two Smoking Barrels(1999) poco considerata da noi, e The Snatch (2000) che ebbe più successo. Londra è in primo piano anche in Rock'n rolla, protagonista nel mostrarsi mutevole, dinamica e in continua evoluzione. Città post-moderna con la mescolanza di stili architettonici diversi, nell'incontro tra tradizione e modernità. Le location scelte per il film garantiscono open space, edifici nuovi, grattacieli, cantieri, vecchi e gloriosi simboli raccolti e rilanciati, come il nuovissimo stadio di Wembley che fa da sfondo all'ufficio di un importante personaggio (il magnate russo).
Un città stratificata, verticale, mobile, in continua trasformazione, centro del potere economico che attira flussi di capitale in continuazione. Senza più un centro e una periferia, dove un gruppo di malviventi da strapazzo può ritrovarsi, per una serie di casualità, dentro un pericoloso "gioco" in cui a giocare però, sono i nuovi miliardari russi, decisi a entrare prepotentemente nel mercato immobiliare della City, la nuova frontiera dell'investimento, frequentata da chiunque voglia guadagnare tanti, tanti soldi. In mezzo si trova Lenny, malavitoso della vecchia scuola, assoluto padrone del settore, il quale vuole sfruttare i nuovi capitali provenienti da est. Ma a complicare le cose interviene uno strano personaggio, Johnny, tossico cantante rock, figliastro di Lenny, maltrattato dal padrigno in giovane età, il quale si finge morto per vendere meglio i propri dischi.
Non è semplice dare ordine a un intreccio narrativo così denso di accadimenti, passaggi, svolte, perchè il regista Guy Ritchie accelera la sua storia portandola al massimo della velocità e trascinando lo spettatore dentro un vorticoso mix di azione, gag, sparatorie e trovate davvero esilaranti, come l'inseguimento senza fine tra "Il mucchio selvaggio", un gruppo di piccoli truffatori che tentano il colpo grosso, e gli spietati gangster russi. Il mondo che inventa Ritchie è frequentato non da veri e propri criminali, ma da faccendieri indefiniti che si muovono dentro una zona grigia nella quale il confine tra legalità e illegalità è piuttosto elastico. Il filo della trama è percorso da un'elettricità che esaspera situazioni spinte fino al grottesco, ma se si sta al gioco che il regista abilmente impone, ci si diverte nel vedere questo bizzarro film nel quale i personaggi vivono storie separate che poi fatalmente si ricongiungono nel finale.