Un nuovo episodio cinematografico delle avventurose e filmiche esistenze di Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi con molti degli interpreti della “saga” di Star Wars che, in questo lungometraggio animato in computer grafica, rivive per la gioia soprattutto dei più giovani appassionati del genere.
Il film è comunque l’episodio pilota di una serie televisiva che andrà in onda negli Stati Uniti a partire da questo autunno e che prossimamente raggiungerà anche le nostre latitudini, presumibilmente su di una delle tante pay tv che circolano nel nostro etere e sui nostri cavi telefonici.
L’avventura portata sullo schermo si inserisce perfettamente all’interno della vicenda narrata da Lucas nei sei episodi cinematografici e più precisamente si colloca temporalmente tra gli episodi II e III (prima che il giovane Jedi Anakin Skywalker ceda al lato oscuro della forza), approfondendo la vicenda della rivolta alla Repubblica capeggiata dal conte Dooku con la narrazione di un capitolo importante della guerra dei cloni.
Il film è essenzialmente una “furba” operazione commerciale che ha però il pregio di coinvolgere nelle “guerre stellari” un pubblico di bambini che all’epoca in cui le prime (e anche buona parte delle successive) pellicole della saga venivano programmate al cinema, non erano probabilmente ancora nati. E sicuramente in questo film si avverte una struttura narrativa solida e ben più collaudata di quella a cui in molti casi i ragazzi sono abituati dalle più recenti avventure cartoonistiche dei loro eroi. L’universo di Star Wars infatti c’è proprio tutto, con la potenza delle immagini delle flotte spaziali e l’accuratezza della narrazione degli eventi, ma soprattutto in questa pellicola è grande protagonista l’azione, con combattimenti incessanti e molto spesso la narrazione sincronica di molteplici duelli tra buoni e cattivi che si svolgono in luoghi diversi, creando una bella tensione che non si scioglie se non nelle ultime immagini, quando la vicenda del rapimento del piccolo figlio del disgustoso Jabba the Hutt si conclude.
Certo il film alla fine si riduce ad essere sostanzialmente un “Bignami” delle vere Guerre Stellari, depurato di alcuni degli elementi più strettamente cinematografici della vicenda quali attori e ricostruzioni di navi spaziali ed architetture futuribili (e futuriste… Sono tanti gli edifici che appaiono nei vari film della saga che devono più di qualcosa ai bellissimi disegni di Antonio Sant’Elia).
Quindi da un lato Lucas ha fatto solo un bel giochino di marketing e del sano business, dall’altro è interessante come abbia messo alla prova la forza dell’universo narrativo da lui creato, che pur privo di molti degli elementi importanti regge, e sicuramente ravviva l’interesse di chi già lo conosce.
Più interessante è invece notare come probabilmente questo film possa essere utile a qualche ragazzino, inizialmente interessato ai cartoni animati, per avventurarsi, con una piccola bussola (o Bignamino) d’autore in mano, all’interno di un universo narrativo avvincente, complesso e sicuramente di grande qualità cinematografica.