coenTutti pazzi per George e Brad, specie le teenager ma non solo. Anche all’incontro con la stampa una certa eccitazione era nell’aria, le star si sa, sono le star. Il ritornello sulla sorte dei gemelli avuti da Pitt con Angelina Jolie lo scorso mese in Francia non ha risparmiato l’attore americano. Lui ha rassicurato che stanno bene e annuncia di averne in cantiere per il prossimo anno altri due. Non meno preoccupati per lo scapolone d’oro Clooney a cui chiedono quando metterà la testa a posto. “E’ sorprendente sentire questa domanda. Vi accontento: oggi mi sposo e faccio figli, tutto oggi!” risponde. I due belloni sono però a Venezia per inaugurare la Mostra, come si sa, con l’ultimo film di Joel e Ethan Coen Burn after reading (titolo italiano previsto A prova di spia nelle sale dal 19 settembre distribuito da Medusa) presentato fuori concorso. I fratelli Coen, dopo l’Oscar con Non è un paese per vecchi, virano sulla commedia. Raccontano la storia di un agente della Cia alle prese con lo smarrimento di un importante dischetto con informazioni riservate, che provocherà una serie di esilaranti incontri.

A prova di spia è un ritratto implacabile di un pezzo di società americana. Non fanno bella figura la Cia, quelli che vorrebbero arrivare al successo, come quelli che l’hanno già raggiunto. Un mondo in cui tutti tradiscono tutti, dove il denaro conta più di ogni altra cosa e tra le persone si diffonde letale la stupidità. Clooney interpreta uno sceriffo federale che ha un solo pensiero in testa: fare l’amore con l’amante Tilda Swinton o con donne conosciute su Internet (impegna il tempo libero nella costruzione di una poltrona con vibratore incluso). Pitt è istruttore di palestra, anche lui svitato, sempre con le cuffie dell’Ipod alle orecchie. Insomma si ride. Prima ancora della proiezione del film, l’omaggio ad un grande maestro del cinema portoghese: il quasi centenario  Manoel De Oliveira. Questa volta presenta un corto di sette minuti intitolato Dal visibile all’invisibile che ha ovviamente incantato gli spettatori in sala. Sullo schermo due uomini (uno più anziano e uno più giovane) che si incontrano a San Paolo del Brasile e non fanno altro che complimentarsi tra di loro per l’incontro occasionale. Emozioni e sentimenti che non possono però esprimere come vorrebbero perché interrotti di continuo dalle suonerie dei rispettivi cellulari. Dopo un po’ decidono di rinunciare e si danno un appuntamento telefonico così da poter parlare in pace anche se non sono uno di fronte all’altro.

Intanto al Lido continuano ad arrivare gli altri protagonisti della Mostra, gli accreditati: giornalisti, lavoratori del settore, politici, esibizionisti, appassionati. Ma davanti al palazzo del cinema c’è anche chi accorre solo per vedere sfilare sul tappeto rosso delle celebrità, per lo più attori. Probabilmente quest’anno resteranno in parte delusi: con l’arrivo di Clooney e Pitt sembrano essersi chiuse le sfilate. Resta viva invece la curiosità tra i cinefili di scoprire i nomi sconosciuti di alcuni registi in concorso, come l’etiope Haile Gerima con il film Teza. Oppure il turco Semih Kaplanoglu con Sut. Altrettanto misterioso il russo Aleksey German Jr con Paper Soldier. Arriva poi l’annuncio del film sorpresa della sezione Orizzonti. Si tratta di Wanmei shenhuo (Perfect Life) della regista cinese Emily Tang Xiaobai, classe 1970, che dice: “Ogni cosa ha due facce, come un foglio di carta. Il vero e il falso, la verità e la menzogna, il passato e il futuro. Le cose non sono mai lineari ma spesso contraddittorie. Tutto è collegato, le cose si influenzano a vicenda e sono legate da un destino comune. Ci saranno sempre due facce”. Molto cinese, molto Marco Muller, direttore della Mostra veneziana.

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