La città moderna ha la capacità di unire gli individui in un vasto contesto sociale e culturale, ma, al tempo stesso, di imporre loro delle divisioni profonde, a volte impalpabili ma spesso impossibili da superare. Proprio mentre molte frontiere vanno cadendo e si rafforza la sensazione di vivere in un mondo sempre più interconnesso, numerose città portano ancora addosso le ferite di conflitti vecchi e nuovi, finendo per alimentare la distanza tra le persone.
È da questa prospettiva contradittoria che la rassegna Frontiere Invisibili – La città moderna tra conflitti ed integrazione osserva la città. L'evento si svolge dal 6 al 9 giugno ed è stato organizzata dal Goethe-Institut di Roma in collaborazione con l'associazione culturale "La farfalla sul mirino" e con il "Filmstudio 80". Le sezioni "Città dei migranti", "Le ferite della storia", "Ai margini della metropoli" e "La musica oltre le barriere" includono film premiati e conosciuti, come Lichter di Hans Christian Schmid, La strada di Levi di Davide Ferrario, Vivere di Angelina Maccarone e Crossing the bridge: The sound of Istanbul di Fatih Akin. Per il suo film BerlinSong il regista Uli M. Schüppel ha chiesto a sei musicisti di tutto il mondo di mostrargli il loro quartiere berlinese preferito, invitandoli poi a dedicargli una canzone.
In occasione della rassegna Frontiere Invisibili – La città moderna tra conflitti ed integrazione Schermaglie coglie l'occasione di ripresentare il film Le città hanno gli occhi, prodotto da Schermaglie e già presentato nell'ambito della Festa del Cinema 2007: un collage delle città viste e riviste attraverso il cinema, un video musicale evocativo e sorprendente che riflette su un luogo fondamentale e ambiguo del nostro tempo: la città.