La città di Lucca questo autunno ha organizzato una notevole serie di eventi culturali: la terza edizione del Lucca Film Festival, la mostra di Michael Snow organizzata dall’illustre critico e teorico dell’arte Vittorio Fagone e un ciclo d’incontri sul critofilm alla stimatissima Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, la terza edizione del Lucca Comics.
Michael Snow, ospite di riguardo in due grandi occasioni, ha partecipato alla sua retrospettiva al Lucca Film Festival con dibattiti e incontri con la stampa e con il pubblico e ha esposto buona parte delle sue “opere da proiezione”, come l’artista ama definirle, alla già citata mostra da cui questo articolo prende il nome. Al Lucca Film Festival sono stati proiettati i film di Snow dal 1956 al 2002: A to Z, un corto in bianco e blue del 1956, New York Eye and Ear Control del 1964, Wavelenght del 1966/1967, film a colori della durata di 45 minuti, realizzato grazie all’aiuto di Ken Jacobs, uno dei film strutturalisti più ammirato dalla critica più, Back and Forth del 1968/1969, One Second in Montreal del 1969, La Région Central del 1970/1971, So is this del 1982, film che alterna colori e bianco e nero, See You Later/Au Revoir del 1991 e Corpus Callosum del 2002.
Alla sua personale alla Fondazione Ragghianti sono state proiettati film, video e allestite installazioni dal 1964 al 2005 “realizzate per una galleria d’arte, per un pubblico in movimento, il cui precedente storico consiste nell’ammirare un dipinto o una scultura”, tra cui: Little Walk del 1964, opera emblematica del cinema sperimentale underground e prima “installazione cinematografica” di Michael Snow, Observer del 1974, la versione rivisitata di Wavelenght, ridotta a 15 minuti dagli originali 45, dal titolo burlesco e ironico WVLNT. Wavelenght For Those Who Don’t Have The Time. Il film originale è stato ridotto, tagliato in tre parti, della durata precisa di 15 minuta l’una, e sovrapposte in seguito per creare un gioco simultaneo di sequenze, immagini sincroniche, colori in movimento e suoni indecifrabili.
Un gioco percettivo simile lo ritroviamo in un’altra opera in mostra: SSHOORRTY, un film in 35 mm. Il titolo nasce dalla sovrapposizione delle parole short e story. Il principio formale di tutto il film è proprio la sovrapposizione: delle storie, dei sottotitoli, delle immagini. Michael Snow è considerato uno degli artisti e dei filmmakers viventi più importanti di tutto il Canada, un rivoluzionario, uno sperimentatore che ha contribuito a sconvolgere il concetto di cinema tradizionale, a creare nuovi modi di fare e vedere l’immagine cinematografica. La sua curiosità scientifica, lo studio costante e profondo delle vecchie e delle nuove tecnologie a disposizione, la ricerca sulla nozione di percezione visiva come forma di conoscenza del mondo, lo portano a sperimentare sempre nuove tecniche e nuovi media, ad aggiornarsi, a inventare nuovi dispositivi cinematografici, artistici.
Qualche breve accenno alla biografia di questo grande artista multimediale. Michael James Aleck Snow, nato a Toronto nel 1929, è da più di un quarantennio filmmaker, regista, produttore, sceneggiatore, montatore, video artista, pittore, scultore, fotografo, musicista, teorico e critico del cinema e dell’arte contemporanea. Nel 1967 definisce così il suo lavoro: “My paintings are done by a filmmaker, sculpture by a musician, films by a painter, music by a filmmaker, paintings by a sculptor, sculpture by a filmmaker, films by a musician, music by a sculptor…sometimes they all work together. Also, many of my paintings have been done by a painter, sculpture by a sculptor, films by a filmmaker, music by a musician”. Trasferitosi da Toronto a New York nei primi anni Sessanta, ha partecipato agli incontri degli artisti più all’avanguardia della downtown di Manhattan tra cui Yvonne Rainer, Philip Glass, Sol LeWitt e Richard Foreman; ha collaborato con i filmmakers americani più sperimentali degli anni Sessanta tra cui Jonas Mekas, già editore della rivista Film Culture, che fonda nel 1962 la leggendaria New York la Film-Makers’ Cooperative, punto di partenza del New American Cinema, Andy Warhol, Flo e Ken Jacobs, Hollis Frampton che Snow assiste nel film Nostalgia del 1971, e con gli esponenti del Free Jazz, Albert Ayler, Archie Shep, Cecil Taylor.
Il suo primo film sperimentale è A to Z del 1956, un’animazione della durata di quattro minuti. Dal 1961 inizia a lavorare al suo progetto Walking Woman, che porta avanti fino al 1967 utilizzando la sagoma ritagliata di una donna a passeggio, dalla figura snella e con il caschetto alla Vidal Sassoon, la protagonista di tutta la serie che verrà raffigurata tramite l’uso più svariato di tecniche artistiche: si passa dalla serie di fotografie dal titolo Four to Five, scattate tra il 1962 al 1964 a Toronto, che porteranno alla realizzazione del live-action film New York Eye and Ear Control: A Walking Woman Work del 1964, per arrivare alla Walking Woman del 1967, serigrafata in rosso e blu su cartoncino Bristol, conservata alla National Gallery del Canada.
Jonas Mekas nel 1964 dedica un festival a tutti i filmmakers che ampliavano con le loro sperimentazioni i confini in cui il cinema tradizionale era stato relegato, a tutto quel cinema che necessitava di nuovi modi di fruizione, di proiezioni al di fuori dello schermo convenzionale. E’ proprio in questa occasione che Snow presenta al pubblico Little Walk. Parliamo del leggendario Festival of Expanded Cinema.