Bisogna riconoscere che in questa sua improbabile cavalcata nell’immaginario hippy all’epoca delle Torri gemelle (il film è ambientato nel settembre 2001), Julio Medem non ci fa mancare niente: una protagonista cresciuta per 20 anni in una caverna col padre che porta abiti alla moda (alternativa ma sempre moda), traversate atlantiche in barca a vela, Charlotte Rampling danarosa mecenate a caccia di talenti da mantenere (ce ne fossero…) e, soprattutto, viaggi nelle vite precedenti di Ana, che naturalmente non ha fatto altro che reincarnarsi ogni volta nell’eroina di un popolo oppresso (indiani d’America, tribù sahariane, etc.).
Caotica Ana, che esordisce quasi come un film porno e che per un po’ promette allegre avventure boccaccesche, dopo venti minuti delude inesorabilmente le aspettative suscitate rivelando la sua vera natura, ovvero quella di un’anacronistica e fondamentalmente seriosa rivisitazione di tutti i luoghi comuni della cultura hippy. Un approccio che finisce molto spesso per suscitare (involontariamente?) ilarità.
Il finale, poi, con Ana improvvisamente trasformata in una vendicatrice tarantiniana che seduce il falco americano per punirlo della guerra in Iraq, è tanto incredibile quanto esilarante e, se non fosse per la dedica finale alla sorella morta, verrebbe da dubitare della buona fede di Julio Medem.
In effetti pericolose virate nell’irrazionale Medem le aveva già fatte vedere in passato (in Tierra e soprattutto in Lucia y el sexo), ma, tutto sommato, sembrava in grado di gestire questa vena caotica.
Non ho sentito una sola voce amica di Caotica Ana: neanche i fan più irriducibili hanno avuto il coraggio di lasciare un fiore sulla tomba dell’amato.
Povero Medem – poveri noi
Non è vero! A Roma ha avuto una standing ovation, e qui a Bergamo al Film Metting è piaciuto molto…Certo è un film con molti difetti, ma vitale, coraggioso e originale…Ne riparliamo?
Vitale e coraggioso probabilmente sì, anche se in alcuni momenti sembra virare verso il trash, in altri è serioso e moralista, in altri addirittura noioso! Mi aspettavo di meglio. Tu cosa ci hai trovato?
SONO ITALIANA E VIVO AD IBIZA…HO FATTE 4 GG LA COMPARSA IN QUESTO FILM NELLE SCENE GIRATE NELL’ISOLA E NON HO MAI CAPITO UNA DECIMA PARTE DELLA TRAMA IN QUEL MOMENTO PERO L’HANNO E MEZZO SEGUENTE,ALL’USCITA DL FILM AL CINEMA, HO PROVATO UNA GRANDE EMOZIONE E MI E’ PIACIUTO MOLTISSIMO…E’ SICURAMENTE UNO DEI FILM CHE MI E’ RMASTO PIU’ INPESSO A PRESCINDERE DELL PARTECIPAZIONE ALLE RIPRESE…SARA’ ANCHE TRASH….MA VI ASSICURO CHE TRASH SONO BEN ALTRI FILM…
Film da vedere col cuore… e con lo spirito, soprattutto. Meravigliosamente imperfetto e trascinante! Grande!
Basterebbe soffermarsi sulla metafora che scorre lungo tutto il film. Quella che, forse, molti hanno preferito glissare, altri ignorare, e che addirittura posso aver visto solo io. Il personaggio Ana, che veste i panni di Madre Natura, con i suoi ossessivi dolori da parto, che sono rappresentati anche nel museo degli indiani d’America, inscenata con la statuina nell’intento di partorire, finisce per impersonare un’invettiva contro l’essere umano che da questa origine di vita, finisce per toglierla in modo violento nel corso dei secoli, stuprando ed uccidendo la propria madre. Può essere un messaggio enfatizzato, già visto e ironizzato da molti voli pindarici a sostenerlo. Ma anche fastidioso, se si vuole. Come tutti i messaggi che ci costringono a fermarci a riflettere…