Se non è il maggiordomo, è colpa del portiere.
Mientras duermes (Sleep Tight) è una storia condominiale. E una storia condominiale o è commedia o è tragedia senza limiti. L’ultimo lavoro di Jaume Balaguerò, presentato al Festival di Torino nella sezione Festa Mobile: figure nel paesaggio, sceglie la seconda opzione: quella a non-lieto fine. Equilibri precari che a malapena si contengono nella vita reale, nel film strabordano oltre il limite del pensabile.
Con Mientras duermes siamo ai livelli più intimi e intensi della perversione umana. Non streghe, nè fantasmi, nè mostri: molto peggio. Proprio perchè si distacca da un’immediata straordinarietà, potrebbe sembrare una storia banale. E, in effetti, lo è. Mientras Duermes è una storia incredibilmente banale, spaventosamente ordinaria. Più che raccontare una depressione, racconta di una persona storta, perchè storta è stata la sua programmazione genetica. Un essere umano normale dovrebbe tendere alla felicità, un essere umano storto tende all’infelicità: quella altrui.
Perno di ogni condominio degno di questo nome, è il portiere. Se il maggiordomo ha il passepartout della casa, il portiere ha il passepartout del palazzo. César (Luis Tosar, I lunedì al sole) riesce a conciliare benissimo la sua attività con l’intrusione nelle case e nelle vite dei condomini, in particolar modo in quelle di Clara.
Clara ha un sorriso bellissimo che spalanca tutte le mattine, quando esce per andare a lavorare, a Cèsar che, essendo stato progettato male, non riesce a sopportarlo. Il portiere dello sciagurato palazzo barcellonese si adopera quindi per mettere in atto, giorno dopo giorno, la progressiva distruzione della felicità della sua amata/odiata Clara, tramite una violazione, via via più invadente, della sicurezza del suo ambiente, dal dentifricio nell’armadietto del bagno, all’infrazione finale dai toni tipicamente almodovariani.
Clara ride sempre, poi ride un po’ di meno, poi la vediamo piangere, poi la vediamo disperarsi.
È questa l’escalation che mette in scena Mientras Duermes tramite la manipolazione della vita della ragazza che avviene mentre questa dorme. Il titolo che allude alla fondamentale modalità di César, ha per Balaguerò una particolare rilevanza. Il regista ha dichiarato: “sono sempre stato terrorizzato da quello che può succedere intorno a me mentre dormo”.
Il film avviene dentro. Dentro il palazzo, sotto qualcosa, nella camera di ospedale della madre di César, dentro l’ascensore. In Mientras Duermes non c’è aria. La scena di esterno è quella di un agognato suicidio (del resto César oscilla costantemente tra desiderio di suicidio e desiderio di omicidio) dal tetto del palazzo; è la scena del mare un attimo prima del baratro più totale in cui Clara è spinta dal gesto folle, estremo, ultimo, più malato di César.
Balaguerò esplora il genere thriller rendendolo capolavoro al punto giusto, ovvero laddove la suspense gioca il ruolo madre. Il colpevole rischia di essere scoperto e l’idea della sua eventuale reazione terrorizza; l’ansia del protagonista è completamente trasferita sullo spettatore e dura un’eternità. Mientras Duermes regala una sospesa, angosciosa, lunghissima scena che vorresti contemporaneamente che finisse prestissimo e che non finisse mai.
Il sentimento di un serpeggiare malvagio, presente e inestirpabile diventa in Mientras Duermes un’accettazione, è la soluzione. Il regista ha dichiarato: “ciò che mi affascinava veramente di questa trama era il fatto che fosse essenzialmente una fiaba molto, molto malvagia”.
Jaume Balaguerò (Leida, Spagna, 1968) ha esordito alla regia nel 1994 con Alicia, che ha ottenuto il premio come miglior cortometraggio al Sitges Film Festival. Il suo primo lungometraggio, Nameless – Entità nascosta, ha ottenuto al Fantafestival di Gérardmer il premio Meliés d’oro, assegnato dalla European Fantastic Film Festivals Federation, come miglior film europeo. Nel 2006 ha partecipato fuori concorso a Venezia con Affittasi, un film della serie horror televisiva Film per non dormire, e l’anno successivo è tornato al lido con [rec], cui è seguito nel 2009 [rec]², vincitore del Ben & Jerry’s Award al Sitges Film Festival.