Chi ha visto il celebre documentario The Corporation di Abbott e Achbar, che a metà dello scorso decennio fece incetta di premi e consensi in tutti i Festival in cui fu presentato, non può aver rimosso il fatto che la Monsanto era praticamente onnipresente come protagonista assoluta nella top five di quelle fattispecie orrorifiche o pratiche negative a cui le multinazionale possono ricorrere per mantenere le posizioni di dominio sul mercato.
A qualche anno di distanza la giornalista Marie-Monique Robin dopo aver condotto un’inchiesta monografica proprio sulla controversa Azienda con base nel Missouri, porta sul video molte altre informazioni che solleveranno discussioni infinite sul ruolo delle biotecnologie e le sementi transgeniche. Ci auguriamo sentitamente che una circolazione fitta di questo lavoro, almeno nel circuito attivissimo dei Gas nostrani possa tenere accesa una soglia di attenzione contro la concentrazione e lo strapotere di questi cartelli, che in Italia, tra le altre cose, hanno sempre potuto usufruire di maggiori riflessi offuscati anche per l’abbaglio eclatante dei monopoli televisivi, sempre più al centro dell’attenzione rispetto agli altri.
Come ha ribadito più volte la stessa autrice, uno degli obiettivi principe di questo documentario è quello di riuscire a dimostrare come la Monsanto fosse diventata leader incontrastato nel settore dell’alimentazione, proponendosi allo stesso tempo al pubblico (si veda a questo proposito il suo sito internet) come risolutrice dei problemi della fame del mondo e come produttrice di organismi geneticamente modificati che non presentano alcun rischio per la salute umana.
Segnaliamo che domenica 13 novembre, proprio negli attimi più concitati dell’esordio stagionale delle attività degli spazi del Fusolab, il film sarà proiettato alle 21, a via Pitacco 29, nell’ambito di una serata a sostegno del gruppo locale di Roma Est di Greenpeace. Il tutto avrà una interessante appendice, sempre a ingresso gratuito, il 4 dicembre con la visione di The Rainbow Warriors of Waiheke Island, sottotitolata in italiano.