Esiste in Italia tutto un mondo, ai più sconosciuto, fatto di manifestazioni/ festival lontani dal gigantismo organizzativo, e che proprio per questo tuttavia riescono a rivolgere un’attenzione particolare a temi poco battuti dalla cinematografia “ufficiale”. E che soprattutto rappresentano un’occasione preziosa per ripensare il concetto di festival, da “vetrina” a laboratorio di idee e scambi d’arte in un rinnovato e imprescindibile rapporto con il territorio.
E’ il caso della prima edizione dell’Aniene Film Festival, promosso e organizzato da Officina Filmclub di Roma, e realizzato con il contributo della Provincia di Roma, che si svolgerà fino al 16 novembre nella splendida cornice della valle dell’Aniene, non troppo lontana da Roma eppure irrimediabilmente altra rispetto alla metropoli, un mondo per certi versi ancora contadino. Proprio al mondo contadino e al modo in cui il cinema italiano ha saputo guardare a esso ed esplorarlo nelle sue viscere è dedicato questo festival, il cui sottotitolo è non a caso “il cinema della terra”, una terra da cui i cineasti italiani si sono sempre tenuti a debita distanza, tranne rare eccezioni, e che ora risulta come non mai fondamentale: una terra da cui veniamo (fino agli anni Sessanta l’Italia era un paese sostanzialmente agricolo) e a cui dobbiamo ritornare per ritrovare delle radici, e quindi un’identità, che nell’Italia di oggi appaiono smarrite. Quello a cui il Festival mira è ripercorrere le tappe di questo rapporto mancato, ma anche sottolineare come questo argomento sia stato presente, ed in maniera qualitativamente importante, nella produzione documentaria italiana degli anni ’50 e ’60, fondendosi spesso con le spinte più innovative della ricerca antropologica, ed anche oggi (e da alcuni anni) grazie alla ripresa e lo sviluppo di una produzione documentaria ampia ed importante, il che dimostra come, proprio alle radici contadine del nostro paese, si stia di nuovo indirizzando l’interesse di tanti nostri cineasti. A questo interesse non è indifferente l’ansia che accompagna la consapevolezza dei problemi legati allo stato di salute del pianeta: pensiamo alle catastrofi naturali, come i terremoti e gli tsunami, le cui conseguenze disastrose sono causate soprattutto dagli scempi dell’uomo; al problema dei rifiuti, esemplare il caso Napoli, che sono il simbolo di una società che consuma senza rispetto e senza limiti. Tutto questo e altro ancora, dunque, all’Aniene Film Festival, che si svolge in tre sedi diverse in cui si alternenano proiezioni cinematografiche e incontri con registi e attori: il Castello di Brancaccio di Roviano (Roma) 7 e 8 Novembre, il Teatro Comunale di Arsoli il 13, 14 e 15 novembre, e la serata conclusiva al Cinema Farnese di Roma, il 16.
Il cinema italiano è al centro della manifestazione con un’attenzione particolare al cinema indipendente, rappresentato da autori giovani particolarmente stimolati dal confronto con la realtà contemporanea, da Pannone, Pisanelli, Peaquin, Fasulo, Gastinelli, Gianfranco Rosi, Vicari, Guadagnino, Ricci, Benvenuti. Allo stesso tempo Aniene Film Festival dà spazio ad una selezionata antologia di autori che hanno fatto la storia del documentarismo italiano, come De Seta, Emmer, De Santis, Vancini, Di Gregorio, Olmi, Lizzani. Molti i registi presenti al festival: tra gli altri il 7 Esmeralda Calabria e Giuseppe Ruggiero con il loro sconvolgente Biutiful cauntri, la docu-inchiesta pluripremiata sul dramma dei rifiuti nel napoletano; l’8 Gianfranco Pannone, con una selezione di suoi lavori, tra cui l’ultimo Immota manet sul terremoto dell’Aquila. Ad Arsoli il maestro Carlo Lizzani, il 13, presenta il suo recentissimo omaggio all’amico Giuseppe De Santis, autentico “regista contadino” del nostro cinema; e, ancora, vedremo Daniele Vicari, con uno dei suoi primi lavori, l’inchiesta sui pastori macedoni Uomini e lupi e Luca Guadagnino (passato di recente al festival di Roma) con il Cuoco contadino, appassionante ritratto di un artigiano del gusto. Infine, a Roma, Gianfranco Rosi sarà presente alla proiezione del suo pluripremiato documentario Below Sea Level. Un festival dunque che si propone come una manifestazione alternativa, ma coerente con i percorsi artistici di altre “piccole” realtà come il Sagrantino Festival di Perugia e Montefalco, il Lucca Film Festival, il Festival di Cosenza, Asuni Festival in provincia di Oristano, un paese di 400 abitanti dove i partecipanti sono ospitati nelle case degli abitanti e si mangia nella mensa della scuola elementare. Come questi, Aniene Festival ricerca un contatto e un’anima dal “basso”, popolare e verace, di cui la terra è simbolo per eccellenza.