È un bel film l’opera seconda di Sébastien Betbeder, vincitore del Gran Premio della Giuria al 31° Torino Film Festival. I registi francesi confermano di essere forse i soli in grado di realizzare da sempre commedie sentimentali originali e leggere: da Clair a Klapisch, passando per Lelouch e la Nouvelle vague, da Truffaut a Demy, dal Rohmer della serie “Commedie e proverbi” allo scatenato Godard di “La donna è donna” e “Il maschio e la femmina”.
La trama di "2 automnes 3 hivers" è piuttosto semplice, si tratta di un classico boys meets girl: Aran e Amelie si innamorano e, tra alti e bassi, sembrano alla fine pronti per una relazione più matura.
Frammentario nella scansione narrativa suddivisa in brevi capitoli e con dialoghi molto ben scritti, “2 automnes 3 hivers” è un film di regia e di idee magari di seconda mano ma assolutamente funzionali all’originale collage che si vuole comporre (la voce off, i salti temporali, i personaggi marginali dalle connotazioni comiche). Il film, poi, mostrando un'attenzione specifica al linguaggio cinematografico, pullula di formati, che vanno dal video di bassa definizione alla pellicola, per restituire anche visivamente le tante facce della vita umana malata di bipolarità, essendo alternativamente dramma e commedia a seconda delle circostanze.
I protagonisti, trentenni smarriti e insicuri, parlano spesso in macchina cercando in tal modo di instaurare con lo spettatore un legame, un’affezione che poi farà scattare l’empatia e ce li renderà più vicini e autentici.
Il film racconta l’oggi con grazia e poesia e lo fa senza troppe concessioni all'indulgenza; con una leggerezza che sa riconciliarci col cinema contemporaneo altrove senza vita, freddo se non addirittura funereo.
Vincent Macaigne, l’attore che interpreta Arman, è la vera scoperta del film. Aria sorniona, maldestro e sognatore, eterno adolescente, è un personaggio caldo e convincente che rimarrà a lungo nella nostra memoria.