Se in Italiano è FAME, in inglese sarà FAMA, intesa come status di onore e successo, cose di cui in Italia e, nello specifico, in un paese cosi piccolo come Grottaglie, si può soltanto avere, appunto, un grande APPETITO…”. E’ con autoironia e umorismo disarmante che Angelo Milano, il giovane direttore artistico del FAME Festival di Grottaglie in Puglia, spiega il gioco di parole con cui ha intitolato il suo progetto artigianale-artistico, che si concluderà il 30 Settembre.

fameE se l'”appetito” viene con gli scarsi “bocconi” di sostegno dell’arte giovane nella provincia italiana, Angelo Milano ne ha tanto: FAME è un festival internazionale di ceramica e street art non-istituzionale, organizzato e finanziato interamente dal laboratorio di stampa artigianale Studiocromie di cui lo stesso Milano fa parte. Il progetto consiste nell’incontro di una dozzina di artisti internazionali nel piccolo centro pugliese di Grottaglie, offrendo un punto di vista inedito per il paese intero ed il suo originale assetto artistico, storico e urbanistico. igiovani artisti invitati da tutto il mondo (Irlanda, USA, Brasile, Francia, Inghilterra, Italia) hanno vissuto, infatti, a Grottaglie durante l’estate per 1-5 settimane, collaborando con degli artigiani locali per la produzione di opere in ceramica e stampe in tiratura limitata e dipingendo sui muri in giro per la città per riqualificarne alcune zone esteticamente depresse.famefamefame

 

 

“Più in generale FAME sta per fame di idee e vuole fare luce sull’impossibilità di sviluppare le poche che ci sono data la situazione in cui Grottaglie riversa…” aggiunge Milano. Ma di povertà di idee a Grottaglie adesso se ne vede poca: nelle ultime settimane il paese ha cambiato faccia. Artisti come Dave Kinsey, Conor Harrington, Blu (citato recentemente da Blob), Ethos, Jr, Eine, Above, Erica Il Cane, Mantis, Microbo, BO130, Lucy McLauchlan, Sickboy e Will Barras,  conosciuti ormai dalla maggior parte di coloro che sono sulla scena internazionale della street art, hanno lasciato le loro tracce sul posto condendolo con l’aroma della metropoli. Sono pitture sfuggenti, che comunicano attraverso lo spazio urbano e i suoi abitanti, trasformando i muri conosciuti in schermi suggestivi che raccontano della voglia di giocare con forme e colori, motivi personali ed immagini collettive. Spesso le opere vengono documentate dagli stessi artisti con la macchina fotografica e la telecamera: i giovani “affamati”, infatti, sono veri e propri artisti multimediali in quanto non sperimentano solo con la pittura e lo spazio, ma anche con diverse forme espressive come il video (vedi Above, Blu ed Erica il Cane), la scultura, la stampa.

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Si potrebbe parlare ancora a lungo della fame di idee e della politica culturale, della condizioni di giovani artisti in piccoli paesi dell’Italia e del mondo… Qui mi limito a congratularmi con il curatore del progetto per aver associato la FAME con la FESTA. ”

In tempi dell’abbondanza la fame è un bene prezioso..“, una frase strana che una notte mi veniva in mente durante il sonno quando ero ospite di una coppia di amici che allora mi facevano paura perché vivevano in uno stato di lusso che percepivo come paralizzante. A progetti come quello del FAME festival c’è da augurare tutto il sostegno possibile e ribadisco, è con la FAME che si trovano i veri bocconcini .

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