FilmStudio_cineclub_Roma

Il successo di Sacro GRA a Venezia forse non servirà a recuperare completamente il rapporto tra i romani e il traffico, ma ci auguriamo che possa inserirsi presto in un processo di graduale riabilitazione del documentario come forma cinematografica preziosa anche agli occhi del grande pubblico.

Nei giorni in cui il nuovo film di Gianfranco Rosi conquistava la giuria per il Leone d’oro, il regista Toni D’Angelo era al lavoro a Roma per ricomporre visivamente la memoria del Filmstudio, una realtà che, a livello d’archivio, non teme sicuramente l’estensione della Salerno-Reggio Calabria.

Vista la materia sterminata che offre la storia di una sala che ha oltre quarantacinque anni di militanza nella vita culturale della città e che ha avuto il merito di introdurre in città le prime rassegne sulla Cinémathèque francese, Andy Warhol, il femminismo, tutta la parabola Moretti, la stagione del cinema erotico e praticamente tutto il cinema indipendente italiano, la sfida che ha di fronte il regista de L’innocenza di Clara non è affatto semplice.

Già con il suo precedente documentario Poeti però, D’Angelo ha dimostrato  di saper gestire abilmente una materia di studio altrettanto ampia e di avere il giusto intuito per scovare materiale d’archivio affascinante e strepitoso come quello del Festival di Castelporziano del’79.

Grazie anche al contributo di Armando Leone, memoria storica del Filmstudio, la lavorazione del documentario sta procedendo con le preziose testimonianze di vecchi protagonisti in quella sala come  Amelio, Verdone, Moretti, Bertolucci e Bellocchio. Chiunque volesse contribuire con altri reperti e filmati che ripercorrono la vita del locale può provare a contattare direttamente il regista a tonydangelo@gmail.com.

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